una voce dalla strada:pagine di un diario - prefazione
Questo che segue non è un romanzo né una favola, così pure io che scrivo non sono uno scrittore ma un semplice cittadino della Valle Bormida, come mille altri, che nato in un paese a pochi km dall'ACNA di Cengio, ho vissuto la mia vita tra lavoro, famiglia e proteste.
E' una semplice pagina di diario che racchiude una storia personale, una testimonianza di quelle che non si possono raccontare ai nipoti perché non la capirebbero ancora e neanche ai figli perché rischierei di annoiarli.
Ho intitolato questo scritto “una voce dalla strada” perché è una voce qualunque, una voce che viene dal basso, una voce che può uscire dalla bocca di un cinquantenne qualunque che incontri per strada in Valle Bormida.
"Una voce dalla strada" perché qui racconto la prima volta che sono sceso in strada cercando di far sentire la mia voce (aprile 1957).
Contrariamente a tutto il resto del mondo che per protestare scende in piazza, noi, in Valle Bormida, per protestare, da oltre cento anni, scendiamo sulle strade.
Forse perché le nostre piazze sono troppo piccole o forse perché sono troppo lontane da Roma.
E' una semplice pagina di diario che racchiude una storia personale, una testimonianza di quelle che non si possono raccontare ai nipoti perché non la capirebbero ancora e neanche ai figli perché rischierei di annoiarli.
Ho intitolato questo scritto “una voce dalla strada” perché è una voce qualunque, una voce che viene dal basso, una voce che può uscire dalla bocca di un cinquantenne qualunque che incontri per strada in Valle Bormida.
"Una voce dalla strada" perché qui racconto la prima volta che sono sceso in strada cercando di far sentire la mia voce (aprile 1957).
Contrariamente a tutto il resto del mondo che per protestare scende in piazza, noi, in Valle Bormida, per protestare, da oltre cento anni, scendiamo sulle strade.
Forse perché le nostre piazze sono troppo piccole o forse perché sono troppo lontane da Roma.
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